PROGETTI, TRANS AFFRANTI E POMPIERI

Dal mio diario: Agosto 2010

Sono in vacanza. Meritata direi. 108/110, una laurea in psicologia in tasca e un contratto rinnovato al Super. Una cassiera laureata merita almeno un po’ di vacanza. Con Angela. Perchè senza di lei non sarei qui. E non sarei nemmeno laureata, forse. La obbligavo a stare con me mentre ripetevo interi capitoli, io devo ripetere per memorizzare e vedere lei che si faceva la maschera, o che si limava le unghie mi tranquillizzava. Se poi ogni tanto mi guardava fingendo di essere interessata alla dissonanza cognitiva, beh, lì era il massimo, perché annuiva, anche. Voglio una vacanza con Angela. Ho 3 settimane di ferie.

Lei propone per le nostre vacanze insieme, la casa di una sua zia a Tropea. Paradiso. Io dico…portatemi dove vi pare. Ora sono una cassiera libera, laureata e single. Ieri pomeriggio mentre ero con Angela sul mio terrazzino, con la tinta dei capelli in testa, tra i gerani che mi ha regalato mia madre, abbiamo sentito un gran trambusto per le scale. Poi Angela ha sentito “rumori di gente che si pala”. Abbiamo sentito chiedere aiuto e piangere. Ci siamo guardate e insieme abbiamo esclamato: “La Harla!”

Ho parlaTo della Harla quando ho raccontato la vita nel mio condominio.

Ci precipitiamo fuori, scendiamo le scale correndo.  E lei è lì. La “Harla”. Quella che noi crediamo sia un trans. Sta salendo i gradini tenendosi al corrimano. Ha un prendisole verde con una spallina strappata, i capelli spettinati. Piange a dirotto, in silenzio. Singhiozza e quando ci vede si copre il viso con una manona poco femminile. Ci guarda, sposta la mano dal viso. China la testa e scoppia a piangere. Io le prendo l’altra manona. Angela dice: “Mmmiiiiinkia l’hanno pestata!” La Harla annuisce e io la abbraccio.  Le esce sangue dal labbro. Le dico di calmarsi, chiamiamo l’ascensore e andiamo al sesto piano, dove vive col suo cagnolino. La casa della Harla è molto carina e ordinata. Ci sono tante foto di una bimba piccola: “E’ la mì nipotina…la Bea..” Mi guardo intorno e tutto mi sa di tranquillità, di una persona che si fa gli affari propri. La Harla non so se è un trans…mi sa di sì. Questa casa con le foto appese ai muri e la tendina di fiorellini di plastica al posto della porta della cucina mi mette a mio agio. Lei crolla sul divano. Piange. “Ma cosa è successo?” La Harla mi guarda: “Gioia, è stato quello stronzo…m’ha ammazzata…dice che gli faccio schifo…ho saputo ‘he ‘onvive … gli ho fatto una scenata…gli avevo anche prestato dei soldi, almeno me li restituisse…e m’ha menata invece”. Continua a piangere, a chiederci scusa. La Harla ha beccato proprio uno stronzo. “Mi ha detto ‘he faccio schifo…m’ha sputato addosso, m’ha buttato in terra”.  Mentre la tristezza mi sale fino agli occhi, che vorrei piangere con la Harla, Angela le dice: “Lo devi denunciare!” La Harla le fa una carezza e le dice “Bimba, tu la fai facile…quello è capace ‘he m’ammazza…” Le prendo un bicchiere d’acqua, l’accompagno in bagno a lavarsi la faccia piena di lividi e lacrime. Ha le braccia graffiate, le 5 dita di quel bastardo stampate in faccia, le gambe piene di lividi. Ci racconta che lei si fa un mazzo così, lavora al mercato si alza alle 4., che ha conosciuto questo e sono stati insieme 2 anni. Ora lei ha saputo che lui convive con una tizia che ignora tutto. Gli ha prestato 7 mila euro per coprire un debito, non le è rimasto molto in banca.  La Harla, sì. E’ un trans. Ne ho la certezza quando si tocca il seno dicendo: “M’ha spostato la protesi ‘sto merda!” Poi mi guarda e io sorrido dicendole: “Ti fa male? Sembra tutto a posto.” Lei sorride e ci ringrazia. Ci vuol fare il tè arabo. E io e Angela accettiamo anche i pasticcini arabi che ci offre, glieli ha portati una sua amica stamattina. Mentre prendiamo il tè, Angela dice: “Mmiiinkia Ire, le chiavi!” Ecco lo sapevo. Ho chiuso la porta con le chiavi nella serratura. Bene. “La Harla dice: “Un ce ll’hai la finestra aperta? Si telefona a’ pompieri e ti passan dal terrazzo!”

E così, la Harla chiama i pompieri col suo cellulare: “Sì ma un serve ‘he veniate ‘on la sirena,  mi raccomando.”

Ovviamente arrivano i pompieri con la sirena. Tutti escono sul balcone. Esce un pompiere e Angela dice “Bbonooo!”, lui chiede di chi sia l’appartamento e io alzo la mano. Ho le infradito gialle, un paio di shorts che tengo solo in casa, neri e una canottierina verde anni 70 di mia madre con la terra disegnata e la scritta “Save our planet” Ho la tinta dei capelli che cola e un ‘orribile mollettona rossa. Sembro una pin up scappata dal manicomio. Il pompiere mi guarda e mi chiede quale sia la finestra aperta, gliela indico. Angela è avvolta in un vestitino mini, con le tette in vista. La Harla è piena di lividi e ha il trucco stra sbavato. Ci guardano. Il pompiere sale con la scala fino al mio balcone. Entra in casa, e ci apre la porta.

Ecco. Abbiamo fatto una buona azione ma io ho macchie di tinta ovunque. Come si tolgono?

PROGETTI, TRANS AFFRANTI E POMPIERI

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