Dal mio Diario, dicembre 2007
E’ Venerdì. Oggi lavoro.
E domani è festa ma io lavoro. Come prospettiva non è male. A Milano domani
è S. Ambrogio e mia nonna Clelia insiste perché io mi dia malata e vada da lei.
Angela vuole che io mi prenda un giorno per andare a fare shopping visto che i centri commerciali sono aperti. Ma piuttosto che infilarmi nella bolgia di famiglie col carrello pieno di panettoni e luci per l’albero e acquisti natalizi vado a fare straordinario.
Lo scorso Natale, mi ricordo che Angela voleva rifilarmi un suo cugino terro-tedesco arrivato fresco fresco dalla Germania per passare il Natale in famiglia. Niente male davvero.
Alto, castano con gli occhi verdi, bel fisicaccio. Parlava l’italiano con un vago accento siciliano e sapeva il tedesco. Mi ricordo che Angela mi diceva: “Ooh, vedi che sta qua due settimane e basta, dunque se ci devi dare, dacci”.
Perle di saggezza.
Il tizio in questione si chiamava Tony, ovvio. Mangiava con la famiglia, dai genitori di Angela, poi veniva da lei e lei mi bussava al soffitto con la scopa o mi faceva lo squillo per farmi scendere.
Tony aveva le mani da lavoratore, grosse e tozze, infatti non mi piacevano molto.
Aveva anche dei calli, ma indubbiamente era davvero bbbono, da sette e mezzo/otto.
L’unica pecca era la sua digestione: lenta, lentissima. Quando arrivava da Angela, con la giacca che sapeva di pasta al forno, fritto e mandarini, si metteva sul divano e nonostante fosse contento di vedermi non riusciva a tenere gli occhi aperti.
“AngHela, kannst du mich ein caffe machen?” Doveva bere il secondo caffè del dopopranzo o non connetteva. Angela faceva il caffè e poi lui saliva da me.
Mi ricordo che guardavamo dei film, a volte anche Buona Domenica. Mi ricordo che lui capiva pochissimo ma stava impassibile davanti alla tv.
Insomma non mi cacava di striscio. Solo bacetti sulle guance. E una volta l’ho beccato che dormiva. Ho mandato un sms ad Angela: “AngHelaa! ma questo sembra che abia fatto la campagna di Russia, è stanco e non mi fa proposte oscene, niente manco un bacio vero.”
Angela mi ha risposto che lui è un uomo del sud e rispetta la donna e il corteggiamento è lungo, mi ha anche scritto che di solito quando fanno i polipi mi lamento, che non si sa che cosa voglio.
Ma almeno un bacio, considerando che sta qui per poco…pensavo….
Insomma alla fine è successo che Tony e Angela mi hanno costretta ad andare a pranzo dai genitori di Angela. Siamo stati a tavola fino alle tre e dieci.
Pasta al forno con le polpettine, polpettine fritte, altre cose buone fritte, salumi, formaggi, dolci, frutta secca e mandarini.
Tony era particolarmente “ingrifato” come dice Angela. Per le scale mi aveva attaccata al muro tenendomi le braccia ed era partito un mega bacio. Non vedevo l’ora di andare a casa mia. Con lui ovviamente. “vedi, doveva prendere un po’ di confidenza, si è svegliata la bestia!”
Gli sms di Angela, spediti mentre eravamo a tavola mi caricavano.
Finito il pranzo siamo andati a casa mia. Erano le tre e mezza di pomeriggio. Ci siamo buttati sul divano. Due bacini, e ci siamo miseramente addormentati. Con la panza piena.
E BASTA.
Ci siamo svegliati alle sei e mezza. Lui ha guardato l’ora e ha detto: “Miiinchia di nuovo ora di mangiare è!” L’ho immaginato con la canottiera sporca di sugo e la panza.
No, no. Lasciamo perdere. L’ho guardato e gli ho chiesto: “Ma…quand’è che parti?”
Allontanato il contagio, diceva mia nonna, il male guarisce.