IRENE! I LADRI!

Dal mio diario

Aprile 2008

Arrivo a casa carica di buste della spesa.

In realtà ho fatto una spesa un po’ triste…Muesly con uvetta sultanina, marmellata di fichi, una busta di farro da cuocere, una latta di ceci. Fette biscottate e pasta integrale. Tutta roba buona, e mica sono a dieta. Ci sono anche le schifezze: pop corn da fare al microonde, Nutella, gelato al cioccolato fondente e arancia…Mmmh tante cosine da spiluccare davanti alla Tv. A Torino piove da circa otto…nove giorni. Uno schifo. tutta l’Italia è nella morsa del caldo, come dicono a Studio Aperto…e qua fa freddo.

Ascensore rotto. Come al solito. Sento un po’ di trambusto, gente che parla su un pianerottolo.

Arrivo al terzo. Voglio suonare ad Angela per chiederle di cenare con me ma la sento parlare al piano di spora, sul mio pianerottolo, con la mia vicina.

“Ire!!” Mi chiama con un tono preoccupatissimo. Faccio in tempo a ripsondere “Oh!” e la vedo affacciarsi attaccata al corrimano. La frase che pronuncia mi paralizza. “Irene! I ladri!”

I ladri. A casa mia. I ladri. Sono entrati nella mia casa. Hanno messo sottosopra la mia vita. Hanno frugato, cercato, guardato. Faccio di corsa la rampa di scale e mi viene da piangere non appena entro con un occhio in casa mia. Mi blocco sulla porta. “Noooo”. Mi hanno strappato, tagliato le tende. Comprate al mercato, 15 euri. Ma erano mie. Scelte da me. Le avevo montate rischiando l’osso del collo. Ci sono pedate sul divano. Calci. Non trovavano niente di che forse, e allora si sono incazzati col mio divano arancione dell’Ikea. Le tazze a forma di mucca sono distrutte nel lavello. Il mio armadio è semivuoto. Cazzo, non ci credo. Mi hanno fottuto i vestiti. I miei vestiti. Il golf di mio padre. Ma che cazzo ve ne fate?

Le scarpe. Le mie scarpe rosse col tacco, nuove. La macchina fotocamera. C’erano dentro le foto fatte tre settimane fa al mare. Mi hanno tutto. Il portatile no, non l’hanno visto era seppellito dai giornali che mi ha prestato Angela, Diva e Donna, Starbene etc. Cazzo, mi sento svenire. I soldi per l’assicurazione, prelevati due sere fa. Scoppio a piangere. Le mie vicine mi danno acqua e zucchero e succo di frutta del discount alla pera.

Piango e mi ritrovo sul mio divano con Angela che mi spiega che ha chiamato i carabinieri. Poi arrivano i carabinieri e mi fanno un casino di domande. Dovrò fare l’elenco delle cose che mancano. Mi hanno rubato pezzi di vita, hanno violato la mia casa, hanno frugato nella mia biancheria. Mi sento nuda. Ho paura. Chiamo i miei. Mi sfogo, mia madre è agitatissima. Mi dice che devo cambiare subito la serratura. Ci pensa Alfredo, l’amico fabbro di Angela. Mi consiglia di mettere una “bella porta blindata e non se ne parla più”.

Le vicine. le vecchie mi irritano perché vengono a suonare per dirmi: “Ma pensa, neh, qua son venticinque anni che abitiamo ma maaai son venuti i ladri, maaai.”

Si vede che aspettavano me, una povera cogliona che lavora al supermercato e si spacca il culo a dare anche ripetizioni. Angela ha la porta blindata “che non se ne parla più” infatti da lei non sono andati. Solo da me. La mia serratura è sfasciata ma nessuno si è accorto di niente. Le vecchie sono sorde o erano a messa. La casalinga di sopra guardava a tutto volume le puttane di Uomini e Donne che si scannano e urlano, probabilmente non ha sentito, o le sto sul culo e ha fatto finta di niente. Sono devastata. Mi rimane il pc, era sotto il letto in mezzo ai giornali. Ho guardato su Internet se ci sono siti per le donne traumatizzate da un furto in casa…Sto malissimo. Sono a casa di Angela. La sua connessione è lentissima..o forse ha il pc pieno di virus, visto che clikka su tutte le scritte “clikka! hai vinto un milione di dollari!” che trova. Ogni banner è suo. Lei è uscita. La mia porta è chiusa con la nuova serratura. Lunedì prossimo mi montano la porta blindata. Lo scherzetto mi è costato 483 euro. Basta. Aspetto Angela, è uscita con il suo avvocatucolo. Stasera dormo qua. Fanculo ladri di merda, morite male.

IRENE! I LADRI!