SETTE OLIVE E LE BOCCACCE

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Oggi nel mio frigo:

carote

agnolotti di Giovanni Rana ai carciofi

vino rosso

olive

grana padano

petti di tacchino

coca cola

philadelphia light

limoni

yougurt

acqua

Quindi direi che l’umore è alto. Si vede dal frigo, come stiamo. A volte ho solo un pezzo di crosta di Grana e un involucro contenente prosciutto verde.

Capita quando sto poco a casa perchè non mi sento particolarmente in forma. Allora ripiego su: palestra, piscina, cena da amiche, cena da Angela, salto della cena, aperitivo.

Come conseguenza poi ho sensi di colpa tremendi per le porcherie mangiate e il terrore di dover prima o poi aprire il malefico frigorifero col prosciutto dimenticato e diventato radioattivo.

Dovrei fare come la Vecchia. La Vecchia è una tizia che viene a fare la spesa al supermercato da noi. E’ l’incubo di chi sta agli affettati. Compra SETTE olive. Ne vuole SETTE. Compra DUE fette di prosciutto crudo o DUE di cotto o UNA di mortadella.

Compra UNA mela, UNA pera. DUE mandarini. Ed è ricca da fare schifo. Metà del mio condominio è suo. Ha case ovunque.

Per fortuna io agli affettati ci sto poco. Non ho pazienza, ma più che altro mi verrebbe da chiederle: “Perché?” Perchè fai il braccetto corto? Mistero.

Adesso ho questo taglio di capelli tutto scalato e sono disperata. la mattina mi sveglio con i capelli mosci e ciuffi scomposti ovunque. Mi devo phonare tutte le mattine o sembro una punk anni ’80 che ha finito la lacca.

Ieri ho preso la metro per andare da una mia amica. Questo treno senza guidatore, tutto automatico mi mette un’ansia tremenda.

Ero seduta in fondo a destra. Mi è sembrato di vedere seduto poco più in là un mio collega. Cioè per me era lui. Ho iniziato a fargli le boccacce. Gli ho fatto pure “suca” col dito medio. Inutile continuare dicendo che non era lui e che questa è stata l’ultima volta che prenderò quella linea.

Inutile dire che la gente ha pensato che fossi una di quei pazzi della metro. Inutile dire che volevo sprofondare. Mi sono alzata e sono scesa ad una fermata sconosciuta. Ho aspettato un altro treno e sono scappata nella direzione opposta per riprendermi.

SETTE OLIVE E LE BOCCACCE

SCENT OF A WOMAN

Domani faccio il pomeriggio. Sarò alla cassa. Tutto il giorno con quel BiP nel cervello. Tutto il giorno  a dare resti e a fare scontrini.

Domani sarà una giornata da mal di testa, già lo so.

Ci sono quelli che dal fondo della fila urlano: “Ma è sveglia o dorme la cassiera?”

Tutto il giorno tra buste di pomodori, buste di mele, detersivi, pacchi di affettato, deodoranti, casse da sei bottiglie d’acqua-scusi mi alza un attimo la cassa che inserisco il codice grazie-

Insomma,mi alzo col culo quadrato dopo 6 ore di bIp.

Poco fa è salita Angela.

Anche quando deve solo fare una rampa di scale si spruzza CKone a litrate ed è sempre perfetta.

Capelli, trucco. “Devi uscire?”

“No, cara. E’ che io sono una donna PRONTA. Siccome adesso mi vedo con uno….metti che lui all’ultimo minuto mi chiama per uscire? E io che faccio, mi presento con la tuta di PAIL?”

Poi mi spiega tutta la filosofia della “donna pronta”, che non rispecchia assolutamente il mio stile di vita: io non ho la tuta in pile ma un jeans ed un maglione dimenticato a casa mia da Fabio, un mio ex con la scadenza.

Forse vi parlerò di Fabio. Uno dei pochi che mi hanno portata a casa loro.

Che poi ci sono andata solo una volta ed è stata una delle esperienze più traumatiche della mia vita. Quella sera ero raffreddatissima ma mi aveva invitata a cena da lui. Viveva con i suoi ma aveva un ‘entrata privata, una mansarda….una…un…insomma la sua mansarda dove ci poteva portare le donne, pavimento in legno e tappeti ovunque, pure il camino.

Arrivata lì, ero proprio carina, anfibi, jeans e una camicetta scollata come piaceva a lui.

Il fatto è lui mi chiedeva in continuazione: “Ma…che strano odore…non lo senti?”

Io avevo il naso chiuso non sentivo assolutamente nulla.

E lo vedevo aggirarsi per la casa, arricciando il naso, guardava dappetutto, dentro il frigo, nella pattumiera… Mi è venuto il dubbio che per qualche motivo sconosciuto il mio corpo avesse iniziato a sprigionare odori strani. Ma era impossibile. Eppure lui era un po’ in imbarazzo….Quella sera abbiamo guardato un film con la finestra semi aperta a novembre.

Quando sono arrivata a casa, l’orrore. La vergogna.

Sotto il mio anfibio destro una enorme merda di cane ben distribuita in tutti gli interstizi della suola. Ero io che puzzavo. Puzzavo di merda di cane, anzi probabilmente non era di cane.

Deve essere stato quando sono scesa dalla macchina, in quel cazzo di vialetto buio.

Mi faccio venire un ‘idea geniale. Per superare l’imbarazzo e per dimostrargli che non ero io a puzzare di merda ma la mia suola, scatto una foto col cellulare e la commento: “Tesoro!!!! Ecco il corpo del reato!!!!!”

Invio e vai. Ecco la mia giustificazione che mi faceva tornare ai suoi occhi la donna profumatissima di sempre.

Silenzio.

Venti minuti dopo risponde con un’immagine anche lui:

una panoramica dei tappeti della sua mansarda  con evidentissime macchie marroni.

E qui mi fermo.

SCENT OF A WOMAN